domenica 16 marzo 2014

Calogerino messo in scena al Caffè Letterario di Licata

Vedere in vita, in carne ed ossa, i protagonisti delle tue opere è una emozione unica. Sono tue creature, sono i figli della tua immaginazione. 
È una emozione che ho riprovato nel corso di una originale presentazione del romanzo Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca) al Caffè Letterario di Licata sabato 15 marzo 2014, giorno del mio compleanno.
Un autentico regalo, in un luogo magico, di cultura, circondato di libri e di splendide persone. 
E dico grazie a chi ha voluto e organizzato questo evento: la poetessa, scrittrice e docente di Lettere al Liceo “Linares” Angela Mancuso, l’attrice e regista Luisa Biondi. E dico grazie a chi ha reso così unica la presentazione: gli allievi-attori dei Laboratori “Palcoscenico”, diretti da Luisa Biondi, che hanno dato un saggio della loro bravura e maturità recitando una riduzione del testo curata dalla regista, dando così voce e corpo a Calogerino, il protagonista del romanzo.
E dico grazie ai due titolari del Caffè Letterario per avere ospitato l'incontro: Giuseppe Patti e Alfredo Quignones.
Un bellissimo pubblico, sensazioni positive, attenzione, interesse, divertimento, momenti di seria riflessione alternati a babbio puro e a una interazione continua con Angela Mancuso (che ha condotto l’incontro), con Luisa Biondi (che ha diretto i suoi allievi nonostante la febbre), con i ragazzi dei Laboratori "Palcoscenico" che, dopo l’esibizione, mi hanno pure sottoposto a un serrato, ma piacevole, interrogatorio sul libro, su Calogerino, sulle mie esperienze. Mi hanno pure chiesto della mia autolaurea per sapere come ci si laurea senza andare all'università. 
Per la prima volta ho anche assistito alla recita della mia biografia, dalla nascita fino alla nascita delle mie opere.
A Licata, persone speciali mi hanno fatto sentire una persona speciale. Alla domanda “come ci si sente alla sua età”, uno dei due titolari del Caffè Letterario, Alfredo Quignones, è entrato con una torta e una candela accesa da spegnere. E' finita tra gli applausi di un pubblico che ha tanto gradito il dolce dell'incontro.   
Esiste solo una semplice, umile parola per tutto quello che ho vissuto assieme ai miei familiari: Grazie!


Raimondo Moncada 




sabato 8 marzo 2014

Mafia Ridens, degustazione al Caffè Letterario di Licata

Prosegue il tour. Dopo la Mondadori di Palermo, il festival della legalità di Montallegro, il carnevale di Sciacca, è la volta del Caffè Letterario di Licata, la città di Rosa Balistreri, ma anche della scrittrice e poetessa Angela Mancuso e dell’attrice e regista Luisa Biondi. E sono proprio loro, Angela Mancuso e Luisa Biondi, ad aver voluto con forza una presentazione a Licata del romanzo umoristico di Raimondo MoncadaMafia ridens (ovvero il giorno della cilecca)” pubblicato dalla DarioFlaccovio Editore.
L’evento è stato fissato per sabato 15 marzo 2014, con inizio alle ore 17. La location è la stessa che ha visto il successo del precedente libro di Raimondo Moncada ovvero “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”: il Caffè Letterario.   

Non una tradizionale presentazione, ma un avvenimento diverso, originale, intrigante, coinvolgente, affidato ai ragazzi del Laboratorio teatrale “Palcoscenico” diretto da Luisa Biondi. Gli attori reciteranno una ragionata e divertente riduzione del romanzo curata dalla stessa regista Luisa Biondi per cogliere lo spirito del romanzo e restituire agli spettatori il cuore dei personaggi.  


“Un libro ironico, divertente, - scrive nell’evento Facebook Angela Mancuso – che mette in ridicolo la sotto-cultura mafiosa”. La stessa poetessa e scrittrice così si esprime in un commento lasciato sul sito internet della libreria on-line Ibs: “Si ride dalla prima fin quasi all'ultima pagina. Un libro che sa coniugare una comicità esilarante a un fondo umano e dolente. E' la storia di Calogerino, ingenuo bambinone di 43 anni, che cerca un riscatto da una vita vissuta da invisibile e da emarginato.E si mette in testa di diventare il più spietato boss che la mafia più spietata abbia mai conosciuto. Solo che Calogerino è incapace di uccidere perfino una mosca, e così il suo tentativo è destinato a far cilecca. Ma nelle pagine finali, dopo che il lettore è stato trascinato per buona parte del libro da una giostra di battute spassosissime, doppi sensi ed equivoci farseschi dal ritmo incalzante, scopre il lato dolente di una vicenda che è tutta dell'uomo moderno, e gioisce commosso al riscatto morale del personaggio”.

lunedì 3 marzo 2014

Mafia Ridens, D’Antoni: Ridere per prendere le distanze

“Ci sono tanti aspetti divertenti: il gioco di parole, la presa in giro dei preconcetti, la commedia degli equivoci, il modello raffazzonato di personaggi spassosi quanto improbabili”. Sono parole del giornalista Massimo D’Antoni, pronunciate nel corso della presentazione del romanzo umoristico “Mafia Ridens (ovvero il giorno della cilecca)”, al Carnevale di Sciacca 2014, nel cui programma generale era un evento collaterale. 
La presentazione si è svolta, con successo di pubblico, all’interno del Circolo di Cultura di Corso Vittorio Emanuele, alla presenza dell’autore Raimondo Moncada. 
“Diventa esilarante nel libro – ha detto Massimo D’Antoni – il tentativo di pretendere il pizzo finendo col pagare chi si voleva taglieggiare. Ed è divertentissimo il ‘briefing’ durante il quale i due protagonisti, Calogerino e Pasqualino, studiano le varie ipotesi di attività illecita da compiere”.   
Per parlare del romanzo pubblicato da Dario Flaccovio Editore, Massimo D’Antoni ha cominciato la sua relazione citando due attori straordinari, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, alla cui memoria è dedicato il libro. D’Antoni è partito dal film “I due mafiosi” che Franchi e Ingrassia girarono nel 1964, “in cui queste straordinarie icone popolari presero sonoramente in giro la mafia”. Ma non possiamo negare, ha sottolineato Massimo D’Antoni, che esistono personaggi in carne e ossa protagonisti di “scene drammaticamente reali – in interrogatori o confronti processuali - in cui vengono fuori situazioni irreali, perfino comiche”.  
E’ chiaro che un libro come “Mafia Ridens”, ha detto D’Antoni, “possa scriverlo solo un siciliano”. “Solo se lo scrive uno nato in Sicilia il valore che la narrazione acquista è quello dell’ilarità. Immaginate se un libro simile lo avesse scritto un veronese o un toscano. Si sarebbe gridato allo scandalo perché non si sarebbe colto un aspetto essenziale, quello dell’autoironia”.
Il protagonista del romanzo è quello che potremmo definire “u babbu du paisi”. “È un pazzo ben poco naif – ha spiegato D’Antoni – in possesso dell’indole tipica di chi probabilmente fa il fesso per non pagare le tasse. E a scanso d’equivoci l'autore ne vezzeggia il nome. Non Calogero, ché uno rischierebbe di non capire, ma Calogerino che dopo aver visto il film ‘Il Padrino’ si invaghisce del fascino di Marlon Brando e attribuisce alla mafia, ma essenzialmente alla paura che della mafia la gente ha, il suo modello di riscatto da anni di oblio, con un’anima assolutamente corrotta dalla televisione e da una inoperosità organizzata in modo scientifico. Calogerino è stanco di essere preso in giro e pretende il rispetto dovuto. Perfino i suoi genitori lo scherniscono. E lui vuol diventare mafioso perché così gli altri lo temeranno”.
Massimo D’Antoni ha concluso il suo intervento con due domande: La mafia fa ridere? Si può ridere di mafia? Domande non lasciate in sospeso.
“Io penso – ha detto D’Antoni – che si possa ridere della mafia perché facendolo ridiamo di noi stessi e dei nostri difetti. Il romanzo ‘Mafia ridens’ fa questo. Demolisce il totem mafioso ma al tempo stesso demolisce la stessa società siciliana. Ridere della mafia corrisponde a prenderne le distanze”.